Selezione a cura di Nicola Micieli
MUMU ospita una selezione di incisioni riprese dalla mostra “Per Giuseppe Viviani. Omaggio al Principe di Boccadarno”, allestita al Museo della Grafica nel 2023. La scelta e il prestito sono stati guidati dall’attenzione e dalla benevolenza di Nicola Micieli, curatore, insieme ad Alessandro Tosi, di quell’iniziativa. Nota Micieli: “Il nucleo originario dell’idea era far aprire lo stralunato incanto del mondo di Viviani alle tante modalità di accesso di incisori contemporanei, per far liberamente saggiare personali percorsi di lettura dei temi, nella chiave linguistica e interpretativa a ciascuno congeniale. Per questa selezione ho pensato di orientarmi su artisti non pisani, anche per sottolineare la portata non solo locale di questo grande artista”.
Viviani – autodidatta, solitario e anomalo – non ha mai avuto una scuola o un seguito, ma l’ eco del suo mondo e della sua tecnica risuonano ancora vibranti sia in chi guarda, sia in chi crea attraverso l’arte dei segni e delle immagini.
Di seguito sono riportate alcune note di ciascun autore sulla propria opera in mostra, seguite da brevi profili biografici. Alcune delle incisioni sono in vendita, e nel caso il prezzo è indicato accanto alle informazioni di base.
Ezio Camorani, La statuina dell’Adriatico, 2023, acquaforte mm 440×350. 350€*
“La risata che faccio dietro le spalle di Giuseppe Viviani? Il motivo è l’espressione perplessa che ha Viviani in questo ritratto; ironicamente voglio dire che i grandi artisti non muoiono mai, ed è per questo che ho pensato di intitolare l’incisione Quasi vivi. Da romagnolo, ho dedicato lo stesso ritratto di Giuseppe Viviani alla Statuina dell’Adriatico perché il suo volto si addice alla rotondità segnica della statuina, quindi anch’io rimango perplesso perché mi ha trovato nel mio mare, ci siamo incontrati e mi ha preso in un abbraccio.”
Ezio Camorani Nato nel 1940 a Massa Lombarda (Ra), pittore e incisore, ha fre- quentato l’Accademia di Ravenna nel 1966 come autodidatta. Si è avvicinato all’incisione nel 1967 sotto la guida di Tono Zancanaro, da allora ha realizzato all’acquaforte e puntasecca circa 350 lastre in genere con soggetti astratti e che stampa in proprio. Significativo per la sua evoluzione artistica è l’incontro con Ilario Rossi. Verso la metà degli anni ’70 viaggia in Italia e soggiorna per brevi periodi a Parigi, Monaco, Berlino. Ritorna in Romagna dedicandosi alla pittura. Partecipa nel 1975 alla X Quadriennale di Roma e nel 1976 alla Biennale di Venezia, settore Ambiente Sociale, invitato da Raffaele De Grada. È presente in numerosi esposizioni in Italia e all’estero (Cremona, Cavaion Veronese, Campobasso, Bassano del Grappa, Chaumont, Chamalières, Bologna ecc.)
Stefano Grasselli, La solitudine del vecchio lupo di mare, 2023, puntasecca mm 300×490
“Ho sempre apprezzato sia dal vero che pubblicate in libri e cataloghi le opere grafiche di Giuseppe Viviani, descritte in modo approfondito da Nicola Micieli nei cataloghi ragionati delle incisioni e delle litografie dell’artista. Le particolari e poetiche atmosfere che Viviani riusciva a ottenere, frutto di una personalissima sensibilità e perizia tecnica, mi hanno comunque sempre trasmesso una sensazione di malinconica solitudine. Nel mio lavoro ho voluto sottolineare un certo aspetto del mio modo di “sentire” la poetica di Viviani con la figura solitaria di un uomo, in primo piano immerso nei suoi pensieri, che ho rappresentato anche nella figura di un fantasmatico rapace aggrappato all’uomo. Ho collocato la rappresentazione nel “mitico“ e caratteristico paesaggio della foce dell’Arno avvolto da un’atmosfera inquieta e visionaria. Ho utilizzato la tecnica incisoria diretta della puntasecca su alluminio che permette di ottenere particolari valenze espressive ed estetiche.”
Stefano Grasselli Nato nel 1960 a Reggio Emilia, dove vive e lavora, pittore, disegnatore e incisore, si forma presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, il Centro Internazionale della Grafica di Venezia, l’Opificio della Rosa di Montefiore Conca (Rn), il Laboratorio Mavida di Reggio Emilia. Opera nel campo dell’incisione dal 1984 realizzando fino ad oggi oltre 300 matrici, eseguite principalmente con le tecniche della puntasecca, acquaforte, acquatinta e xilografia. Stampa in proprio e presso la Stamperia Mavida di Reggio Emilia. Dal 2008 ha allestito numerose mostre personali (Reggio Emilia; Zola Predosa – Bologna; Berlino – Germania; Modena; Bologna; Campobasso ecc.). Le sue opere grafiche e pittoriche sono presenti in importanti collezioni italiane e straniere, come l’Albertina Museum di Vienna. È membro dell’ALI Associazione Liberi Incisori, Bologna.
Maurizio Boiani, Omaggio al Principe di Boccadarno, 2023, acquaforte mm 357×291. 200€*
“Il tempo vola via come gli uccelli di passo, però i ricordi che hanno profumato la tua vita restano custoditi per sempre nella cassaforte della memoria. Nell’inverno del 1957 iniziarono i “salotti venatori” di fronte al caminetto fra mio padre, responsabile dell’Ufficio Cacce di San Rossore, e Giuseppe Viviani, che durarono fino alla scomparsa dell’artista. Le fiabesche storie di caccia agli acquatici, ai colombacci e ai trampolieri che ascoltavo in religioso silenzio e soprattutto gli insegnamenti che il Maestro mi regalava bonariamente nel piccolo studio nella mia abitazione di Cascine Vecchie dove avvenivano i loro incontri, mi hanno seguito nei Cuori del Pianeta e sono stati le fondamenta della mia pittura e della mia grafica. Quando esaminava, criticava o apprezzava le mie opere, Viviani mi ricordava che l’arte deve trasformare il visibile in visione poetica e l’artista deve essere un visionario sognante. A quei tempi la stupefacente bellezza di San Rossore era uno stimolo portentoso per far sognare un Maestro prestigioso e un giovane pittore in cerca di una sua identità artistica. Quando nei primi anni Sessanta lasciai la Tenuta per intraprendere il mio lungo viaggio in America Latina, in Africa e in altri paesi del mondo, mi resi conto che oltre alle meraviglie del creato esistevano infinite e dolorose tragedie umane e ambientali che mi costrinsero a dipingere i Colori e i Dolori del Pianeta. Mentre scrivo queste righe sono attratto da una litografia di Viviani, Tavolo e uccelli del 1964, donata a mio padre e ispirata alla foce del Fiume Morto. La struggente poesia che emana l’opera, la nostalgia di quei giorni e i ricordi del Maestro mi hanno spinto a dipingere e incidere numerosi aspetti del mio amato San Rossore, alcuni, purtroppo, scomparsi per sempre.”
Maurizio Boiani Nato a Caselle di Crevalcore (Bo) nel 1945, pittore e incisore, si forma frequentando il laboratorio DLF Officina dell’Arte di Bologna. Si avvicina all’incisione nel 1994 praticando l’acquaforte, acquatinta, puntasecca e vernice molle. Ha realizzato circa 450 opere (paesaggi, nature morte, ritratti). Stampa in proprio. È presente in numerose manifestazioni nazionali collettive e personali (Pisa, Cremona, Acqui Terme, Bertinoro-Fc, Bosia-Cu, Chaumont-FR), Bologna ecc.)
Monica Franchini, Marina e cane, 2023, acquaforte e puntasecca mm 350×500
“Attraverso la visione dell’opera del Maestro Viviani, colgo lo sguardo di un bambino disincantato che osserva con stupore le cose, i luoghi, la quotidianità della vita contravvenendo a stereotipi e formalismi accademici. Comprendo al tempo stesso la complessità nella ricerca dell’operare una semplificazione che stravolge le forme facendole diventare surreali, improbabili, ironiche. La genuinità schietta dei personaggi e degli animali raffigurati spesso in contesti marini, mi permette di apprezzare il garbo e la sobrietà tutta toscana di Giuseppe Viviani incisore.”
Monica Franchini Nata a Parma nel 1962, trascorre l’infanzia in alta Garfagnana. Nel 1974 si trasferisce a Firenze dove frequenta l’Accademia di Belle Arti diplomandosi in Pittura nel 1984 sotto la guida di Silvio Loffredo e Roberto Giovannelli. Segue i corsi di Incisione con Alberto Manfredi. Dal 1985 al 1987, in qualità di borsista, si specializza in Calcografia e Litografia presso la Scuola Internazionale di Specializzazione per l’Arte Grafica “Il Bisonte” di Firenze. Dal 1986 inizia la sua carriera di docente, con gli insegnamenti di Anatomia Artistica e Tecniche dell’Incisione all’Accademia di Belle Arti di Firenze, Bologna e dal 2016 al 2020 a Brera Milano. Ha esposto in personali e partecipato a collettive in Italia e all’estero (Rio Grande do Sul, Mexico; Atene, Grecia; Bad Steben, Germania; Turku, Finlandia). 2022. Dal 2019 è docente del Corso di Specializzazione in Incisione e Stampa d’Arte alla Fondazione Il Bisonte per l’arte grafica. All’Accademia di Belle Arti di Firenze, dal 2020 insegna Disegno per l’incisione e Illustrazione Scientifica alla Scuola di Grafica primo e secondo livello. A ottobre 2022 è stata nominata Accademico d’onore nella classe di Pittura dell’Accademia delle Arti del Disegno.
Rodolfo Ceccotti, Una sedia per il Principe di Boccadarno, 2023, ceramolle, acquaforte e acquatinta 344×244. 500 €
“Quando Giacomo Puccini muore, Viviani aveva ventisei anni. Non credo si siano mai incontrati, però mi piace pensare che entrambi in tempi diversi, su sponde opposte dello stesso lago di Massaciuccoli, abbiano atteso, nascosti fra i canneti, l’alzarsi in volo delle folaghe. Puccini in barca con la sua elegante tenuta da caccia ripensando all’aria frivola di Musetta; Viviani lungo, allampanato, triste dei suoi pensieri, stivaloni di gomma con al fianco il suo fedele cane e la doppietta. Mi piace sempre immaginare cosa avrebbe potuto pensare il maestro musicista se avesse potuto vedere le incisioni dell’altro maestro, che con infiniti reticoli di segni precisi e pazienti descriveva le sue strane composizioni: gambe ortopediche, pesci spada, foglie di fico, il cane onnipresente… (ricordi e reliquie della propria esistenza) inseriti in uno spazio metafisico di marine e piazze vissute. Avrebbe pensato che gli artisti sono un po’ matti, e forse gli incisori lo sono un tantino di più.”
Rodolfo Ceccotti Nato a Firenze nel 1945, da piccolo un’estrosa prozia mi ha dato le prime nozioni di disegno, da allora non ho mai smesso di disegnare. Intorno ai diciotto anni, con un’inaspettata borsa di studio del Comune di Firenze destinata ai giovani artisti, ho avuto la consapevolezza di intraprendere la strada della pittura. Nel 1970, complice l’ammirazione per incisori del passato e alcuni contemporanei, mi sono avviato all’attività calcografica frequentando i laboratori Pistelli ed Edigrafica a Firenze. Da allora, prediligendo l’acquaforte, ho inciso oltre 120 matrici stampate in proprio e presso le stamperie Edigrafica e Il Bisonte di Firenze. Ho avuto la fortuna di essere stato docente di incisione per quaranta anni nelle Accademie di Belle Arti di Firenze e Carrara. Numerose le mostre personali, le ultime delle quali in Cina e a Forte dei Marmi. Tra le collettive: Formello-Rm, San Pietroburgo-RUS, Castiglioncello, Caluso-Mi, Torino. Da circa venticinque anni, per volere di Maria Luigia Guaita, dirigo la Scuola Internazionale di Grafica d’Arte Il Bisonte a Firenze.
Sandro Bracchitta, Ciotola e foglie II, 2023, incisione a morsura diretta, carborundum e puntasecca mm 350×570. 600€*
“Mi ha sempre affascinato l’opera di Giuseppe Viviani. Le sue incisioni, sempre intrise di languide, incantate atmosfere, sognanti visioni minimali di una magica, metafisica quotidianità.
La sua è una rivelazione straordinaria, una intima, estatica e solitaria riflessione sulle cose e sulla vita. Ogni figura, ogni oggetto che lui rappresenta sembra ci interroghi sul loro destino, una domanda che ci pone in stato di attesa. L’attesa di una risposta che non arriverà mai. “
Sandro Bracchitta Nato a Ragusa nel 1966, nel 1990 conclude gli studi in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Ottiene una borsa di studio per frequentare la scuola di specializzazione grafica Il Bisonte. Tantissime le sue mostre personali e collettive. È invitato alle più importanti esposizioni nazionali e internazionali di incisione, in molte delle quali è tra i premiati. Le sue opere si trovano in collezioni private e importanti istituzioni museali, quali gli Uffizi di Firenze, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, la Calcografia Nazionale, il Museo della Grafica di Pisa, la Pinacoteca di Bologna e nella collezione permanente del China Printmaking Museum a Guanlan in Cina. È Docente di Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Catania e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Incisori Contemporanei. Vive e lavora a Ragusa.
Laura Stor, Interno in luogo di mare, 2023, linoleum a matrice persa mm 395×300. 380€*
“Fra i quadri di Viviani ce n’è uno che rappresenta una specie di discarica o forse una casa demolita, e in primo piano una testiera sghemba. L’ho recuperata e inserita in un interno confortevole e vecchiotto, tappezzeria rétro e soffice piumino, sopra il letto l’immagine dei gabbiani, numi protettori onnipresenti. Davanti alle finestre spalancate volteggiano i gabbiani reali e fanno immaginare un mare vicinissimo alla casa e profumo di salsedine. L’amore per l’intimità domestica e per il mare, siglato dall’interno famigliare e dal volo festoso nella luce esterna. Mancano i cani, ma possiamo immaginarli beatamente stesi ai piedi del letto.”
Laura Stor nata a Trieste nel 1947, artista autodidatta, si forma come incisore alla Scuola Internazionale di Grafica Venezia Viva con Nicola Sene, Riccardo Licata, Tonino Tamilia, sperimentando l’acquaforte, l’acquatinta, la vernice molle e la linoleografia. Nel 2001 ha aperto a Roma il laboratorio calcografico Perinciso con annessa scuola di incisione e stampa. Recentemente ha lasciato Roma per rientrare a Trieste. Ha tenuto mostre personali a Roma, Genova, Trieste, Venezia, Bruxelles, Salisburgo, Wels e numerose collettive nazionali e internazionali. Selezionata e premiata in numerose manifestazioni. Sue opere sono presenti in raccolte e musei di rilevanza nazionale (Milano, Parma, Genova, Mantova, Bassano del Grappa, Fontanellato-Parma ecc.).
Liliana Santandrea, Theatre, 2023, vernice molle, acquatinta e acquaforte mm 500×350. 250€*
“Quei teatrini pieni di oggetti memoriali, i cani dagli occhi fioriti a specchio dell’anima, la sommessa eco esistenziale di una foglia di fico»: sono le parole tratte da uno scritto di Nicola Micieli e sono diventate per me quella porta aperta che mi ha permesso di entrare dentro la straordinaria cifra stilistica di Giuseppe Viviani. Così è stato affascinante “quasi” rubare alcune immagini e farle entrare nel mio mondo espressivo, dove dominano inquietudine, tempi sospesi e voluta imperfezione. Nella incisione Theatre, frammenti di materia rotolano verso un abisso invisibile mentre le foglie di fico si fanno tende, atte a celare quel senso di imperfetto che pervade oggi l’umanità; in basso una sedia con sullo sfondo ombre che ricordano un trono, silenziosa e paziente essa attende qualcuno degno di sedersi su di lei. Nell’incisione Imperfect island è ormai lontano quel mare pieno di luce e di profumi che vive nel nostro immaginario, la nave naviga ora in acque cariche di ombre. In primo piano la figura di un cane appena accennata pone lo sguardo pensoso verso lo spettatore affinché lo aiuti a definirsi, a risalire dalle sue ombre, a ritrovare quel senso di presenza compiuta che non fa parte del mondo visionario. Infine, nelle due grafiche ritroviamo i gabbiani, lievi sagome stilizzate scrivono con i loro corpi il simbolo di “abbasso” e contemporaneamente di “evviva”. Dare nuove ragioni a forme create da questo eccelso maestro della grafica è stato per me un onore e una intensa occasione per entrare in contatto con il suo fare artistico. Le mie incisioni sono come degli appunti, dei racconti da creare ogni volta che si guardano, sono come storie che possono suggerire riflessioni, aprire la porta della memoria e della fantasia di chi guarda.”
Liliana Santandrea Nata a Faenza nel 1952, vive e lavora a Bagnacavallo. Fino al 2018 è stata Direttrice didattica, e oggi docente di incisione, presso la Scuola Comunale d’Arte “Bartolomeo Ramenghi” di Bagnacavallo. È membro dell’ALI Associazione Liberi Incisori, Bologna, ed è stata fra i fondatori di BiART Gallery. Nel 1972 si diploma al Liceo Artistico di Ravenna, allieva di Giulio Ruffini e Anselmo Bucci. Tra il 1983 e 1988 ha studiato a Urbino e a Venezia per perfezionare la tecnica incisoria, in particolare con Riccardo Licata. Fra le esperienze da ricordare, la lunga collaborazione con il suo maestro Giulio Ruffini e quella, seppur breve, con Tonino Guerra dal quale ha appreso che, dietro le apparenze, si celano valori profondi, universali e poetici. Infine la collaborazione con il grande artista del bulino Jürgen Czaschka. Il percorso artistico di Liliana Santandrea è riassumibile in diversi cicli di opere. Da Esodi del 1994, che le è valso un invito alla Biennale del Cairo, a La Montagna e l’Uomo, Fuga dalla geografia, Habitat e, ultimo, Imperfect islands, cicli incentrati sul rapporto inscindibile fra natura, uomo e mondo industriale, trasformazione e condizionamenti umani. Sue opere sono presenti in musei e collezioni private in Italia, Austria, Germania, Francia, Egitto, Kuwait, Cina. La scelta di privilegiare l’ambiente e in particolare i complessi industriali funzionanti, sottolinea una concezione dell’arte dove “il fine estetico non può essere disgiunto da un consapevole impegno etico e civile”. Nelle sue opere l’artista rileva la geometria sotterranea che soggiace alla forma, in esse convergono pulsioni primarie, tensioni socio-politiche contemporanee, miti e stati emozionali di vissuti remoti.
Raffaello Margheri, La foratura, 2023, linoleografia mm 365×270
“La poesia di Viviani mi ha fatto tornare ai tempi di quando ero ragazzo e la bicicletta era l’unico mezzo che avevamo per andare al fiume lontano dal paese, a fare il bagno dove c’erano pozzi fondi e i massi per fare i tuffi, le famose sederine. Non avendo i soldi per sostituire i copertoni che si consumavano sempre nello stesso punto, perché i cerchioni non erano perfetti, si mettevano i mancioni, cioè pezzi di copertone, inseriti sopra la camera d’aria per chiudere il buco ed evitare, per il momento, le forature. Comunque avevamo dietro la borsa attrezzi con le leve per smontare il copertone, il mastice, la carta vetrata e le famose TIP-TOP. La ragazza no.”
Raffaello Margheri Nato a Firenzuola nel 1949, risiede a Bologna. Incisore all’acquaforte, vernice molle, maniera nera, puntasecca, xilografia e linoleumgrafia, con un corpus di 725 incisioni, 114 ex libris e P.F. e 14 libri d’artista. Ha allestito mostre personali in tante città e partecipato a numerose collettive (Bologna, Milano, Mantova, Bagnacavallo, Soncino, Ferrara, Nuoro, Napoli, Tallin-Estonia ecc.). Presente in varie raccolte di musei e enti italiani, e nella Storia della xilografia italiana nel XX secolo di Gianfranco Schialvino (Pendragon, Bologna 2022). È membro dell’ALI Associazione Liberi Incisori, Bologna, e Associazione Nazionale Incisori Contemporanei, Treviso.
Vincenzo Piazza, Prato dei Miracoli, 2023, acquaforte mm 305×260
“La sedia di Viviani è vuota, esprime la nostalgia del ricordo di chi è andato via o l’attesa di un qualche Godot, di un’opportunità che possa dare un senso all’esistenza. Ritrovo questi sentimenti nelle lastre incise dal Principe di Boccadarno, gettate in mare, per esplicita richiesta, dopo la sua morte. Malinconie, ricordi, sogni e, soprattutto, angosce incupivano Giuseppe Viviani che li trasferiva nella creazione artistica dissimulate in foschi elementi simbolici. Ho aggiunto quel tanto di insensato che basta a far staccare da terra il manto erboso che ondulando si libra in volo fiorito, non per nulla tutto accade in Piazza dei Miracoli.”
Vincenzo Piazza Nato a Catania nel 1959, si accosta alla pittura da adolescente e dopo un periodo di inattività, ritrova l’interesse nei primi anni Ottanta privilegiando l’esercizio del disegno. Compie gli studi universitari a Palermo conseguendo la laurea in Architettura nel 1983. L’avvio dell’attività artistica è segnato dall’interesse verso le tecniche dell’incisione che inizia a praticare nel 1985, anno a cui risale la prima delle numerose mostre collettive in varie città italiane ed estere. Frequenta quindi i corsi di calcografia e litografia presso l’Accademia Raffaello di Urbino e nel 1987 la sua prima personale viene allestita dalla Galleria Tasso di Bergamo. Nel 2010 alcune sue acqueforti sono state acquisite dal Gabinetto delle Stampe e dei Disegni della Pinacoteca Albertina di Vienna e nel 2014 una selezione di ex libris e plaquettes entra a far parte della collezione del Kunstmuseum & Exlibrissamling di Frederikshavn. Dopo essersi dedicato esclusivamente all’espressione in bianco e nero del disegno e dell’incisione, a quarant’anni riscopre il senso del colore prediligendo la tecnica del pastello cretoso e riprendendo anche a dipingere. Attualmente vive e lavora a Palermo.
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