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Mumu Arte ottobre 2024

DISEGNI E DIPINTI

“Omaggi e miraggi per Giuseppe Viviani”, selezione a cura di Spazio MUMU

Paolo “Pollo” Cioni: “Che uggia il mezzo pittorico”. Tecnica mista su carta. 24×33 (2024). 300 euro

Paolo Pollo Cioni è artista visivo e attore. Famoso per pellicole cinematografiche come “I primi della lista” e “Fino a qui tutto bene”, molto legate al territorio Pisano, e per la serie “I delitti del Barlume” ormai arrivata alla dodicesima stagione, dove interpreta il personaggio di “Marchino”. Pollo è la sua controparte artistico visiva, che ha preso piede sempre più nella sua vita affiancandolo anche nel lavoro d’attore. I soggetti sono tendenzialmente creature, mutanti e deformazioni di icone pop dei videogiochi e cartoni animati. Usa una tecnica mista su carta, materiali a punta dura come uniposca, pantoni e Molotov. Il suo scopo è fregarsene delle tendenze, ma fare quello che lo diverte, l’arte deve essere libera, altrimenti non ha senso di esistere.

“Ho preso in esame il suo modo di rappresentare alcuni soggetti. Nelle sue opere si vede spesso il suo cane, Marina di Pisa e volatili di vario genere. Ho messo insieme diversi elementi che contraddistinguono la sua arte, avvicinando il tutto ad un linguaggio più fumettistico/illustrativo, dove il piccione vola come superman, il suo cane ricorda Pippo, mentre il Viviani si piega volentieri alla mia “mostrificazione”. Come sfondo, il viale di Marina di Pisa, prospetticamente errato, proprio come piaceva a lui, andare contro le leggi della fisica, facendosi guidare dal puro gusto del disegno. L’artista parla dichiarando “Che uggia il mezzo pittorico”, citazione del pittore per me calzante, vista la tecnica mista su carta, ben lontana dal tanto inflazionato olio su tela.”

Cristina Gardumi:  “Il giardino segreto”. Inchiostro, caffè, gouache acquerello su carta di quaderno a righe, 29×41,5 ( 2024). 300 euro

Cristina Gardumi è artista visiva e performer. Si è formata all’Accademia di
Belle Arti di Verona e presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio
d’Amico a Roma. La sua pratica coinvolge diverse discipline e linguaggi,
diretti a creare un universo immaginoso che al contempo si mantiene
saldamente radicato alla contemporaneità. Ha partecipato con opere
grafiche, video animazioni e performance a mostre collettive e personali in
Italia e all’estero. Cristina ha vinto il Premio Celeste Pittura, il Premio Arte
Laguna e il Celeste Prize visitors’ choice.

“C’era una volta un giardino dove sedersi non era un problema. In pochi ci
mettevano piede. Ultimamente ci capitava spesso un signore. Si sedeva
sempre sulla stessa sedia, di ferro, bianca, dura e fredda, e sorrideva.
Sembrava stare comodo, anche se lo schienale non lo usava mai.”
L’arte a volte è un luogo scomodo. Credo che dentro ogni artista si apra un
vuoto e che la pratica artistica, quel lavoro che sporca le mani e agita lo
spirito, sia animato dalla sua costante tensione verso il riempire questa
voragine d’assenza. Chi manca? Una missione impossibile indovinarlo.
Chiamatelo come volete, questo grande fantasma: mamma, papà, amica,
ispirazione, Giuseppe.
Allora… Che forma avrebbe l’assenza nell’artista Viviani?”

Aldo Dolcetti: “ Un altro Viviani”. Tecnica mista su carta. 30×40 (2024). 800 euro

Sono Aldo Dolcetti e cerco soltanto di trovare uno spazio di comunicazione attraverso l’arte contemporanea. Il mio mondo principale è il calcio, giocato prima e allenato dopo, e con il disegno e la pittura indago il mondo personale e universale dell’identità e della memoria.

“Di Viviani mi ha incuriosito subito il fatto che non frequentò nessuna scuola d’arte. Poi ho visto nelle sue opere un clima spesso intimo e personale. Ho scoperto alcuni lavori dove sui petali di alcuni fiori ecco spuntare occhi umani ed allora ho capito che il suo mondo avesse qualche contatto con il mio. Lui rappresentava la semplicità che lo circondava, il cane, dei fiori, la bicicletta, la spiaggia, dei frutti, ma spesso ho visto ritratto un uomo (spesso immagino un autoritratto) che da solo riflette, pensa e sogna un mondo tutto suo. Tutto ciò ha ispirato il mio lavoro che è in linea totale con la mia ultima produzione.”

Tommaso Santucci: “Gentilezza rara”. Tecnica mista, 45×27 (2024). 600 euro

Nato a Pisa nel 1981, si laurea in Storia del Cinema presso l’Università di Pisa. Artista autodidatta, inizia a sviluppare il suo personale linguaggio artistico nel 2005. Nel 2007 vince la Biennale dei giovani artisti di Pisa, nel 2008 partecipa alla Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo. Nel 2013 vince una residenza d’artista presso il Centro d’Arte Contemporanea di Essaouira, Ifitry, Marocco. Nel 2014 partecipa alla Biennale di Casablanca. Vive a Pisa e lavora tra Italia, Francia e Svizzera. Tommaso Santucci scrive e disegna con pastelli, acrilici, pennelli, bitume, smalti e penna bic nera, su pezzi di scotch carta, preparati talvolta con una base acrilica, tele e materiali di recupero. Una sorta di personale diario emoziona le, scritto e disegnato, in composizioni con multimateriale e tele autocostruite. “Prendo il mio vissuto e lo ripropongo alla mia maniera, non deve essere niente di elitario, di ermetico, alla fine si tratta di conflitto estetico, ti piace o non ti piace; ed è una cosa che parte da piccoli. Sono contento del fatto che ciò che realizzo non sia per qualcuno ma per chi vuole.”

“Il languore che traspare  dallo sguardo dei  volti umani e di animali,  la componente eterea   di certi paesaggi ed edifici.
Questi gli elementi che hanno ispirato il mio lavoro.”

Giovanni Possenti: “Aspettando Viviani”. Olio su tavola, 30×40 (2024). 600 euro

Giovanni Possenti dopo aver fatto studi classici si dedica a tempo pieno al disegno e alla pittura partecipando a diverse mostre in Italia. Il suo stile è caratterizzato da una precisione miniaturista unita a eleganti scelte cromatiche. Le sue immagini, che si possono leggere da punti di vista diversi, sono colme di animali e personaggi con maschere animali.  La fonte da cui si abbevera per le sue storie sono i classici di ogni epoca e di ogni dove. Usa tecnica mista su carta e tavola.

“Sono molto affezionato a Giuseppe Viviani. Mio Padre era un suo ammiratore e ha riempito la casa di litografie.  Si può dire che ci sono cresciuto.”

Amanzio Crecchi: “Bouquet”. Inchiostro su carta, 50×70 (2024). 250 euro

Mi chiamo Amanzio, da quel che ricordo ho sempre disegnato da tutta la vita e oggi lavoro come tatuatore ed illustratore. 

“Per la mia opera di omaggio a Viviani mi sono ispirato a un quadro un po’ fuori dagli schemi e dal suo stile abituale, ovvero un bouquet di fiori “vedenti”, poiché è un soggetto che sento più affine al il mio lavoro.”

Emanuele Messina: “Migrare”. Matita su carta, 17x 23 (2024). 200 euro

Emanuele Messina è nato a Pisa nel 1975. Diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze nel 2001, nel corso degli anni ha sviluppato interessi ed esperienze in diversi campi creativi come l’animazione, il fumetto, l’illustrazione e la street art, che influenzano il suo lavoro e la sua ricerca artistica come pittore.
Mostre più recenti: “Pieghe e superfici”, 2024, mostra personale, Studio Gennai, Pisa, “Monti e acqua”, 2022, mostra personale, River Art Gallery, Pisa. 

“Del lavoro di Viviani mi ha ispirato lo sguardo distante e impenetrabile dei gabbiani, e quell’atmosfera sospesa tra familiarità e straniamento tipica della vita di provincia.”

Federica Fiorenzani, Omaggio a Giuseppe Viviani 1965-2015. Xilografia su legno di testa, mm 240×180 (2015). 300 euro

Federica Fiorenzani Nata a Pisa nel 1982, si forma presso l’Istituto d’Arte “Russoli” di Pisa e la Scuola internazionale di grafica Il Bisonte di Firenze. Incide dal 2000 in xilografia, maniera nera e acquaforte. Tra le altre presenze: The 1st International Printmaking Biennial, Istanbul 2008; II International ex libris trienale of Lefkas (GR) 2008; Premio Santa Croce Grafica, Santa Croce sull’Arno (Pi) 2009; L’Arte e il Torchio. Sezione Ex Libris, Cremona 2011; Carlo Bo 1911-2011. Gli Ex Libris illustrano e narrano, Urbino (Pu), Sestri Levante (Ge), Milano 2011; L’uomo e il suo ambiente, Soncino (Cr) 2011; lI Boccaccio inciso, Budapest (H), Pienza (Si), Montepulciano (Si), Certaldo (Fi) 2012; Lujiazui Mei Yuan Cup Shanghai International Exlibris Invi- tation Exhibition Collection, (Cina) 2012; La Xilografia Italiana, Finale Ligure (Sv), La Spezia, Collesalvetti (Li) 2012; Grafica ed Ex Libris, Casale Monferrato (Al) 2013; personale Galeria de Arte Imaginario, Buenos Aires 2013. Primo Premio nel Primer Salõn Internacional de Mini print y Ex-Li- bris ediciõn, Buenos Aires 2012; Secondo Premio e Primo Premio nel Concorso Opere di Xilografia Città di Lodi, 2014-2023; due Bronzi nel Lujiazui Meiyuancup Shanghai International Exlibris Invitation Exhibition Collection 2012-2014, Shanghai. Presente in: Lexikon der Exlibriskünstler, 2009; 13° Contemporary International Ex-libris Artists, 2010; La Xilografia italiana. Dalla Mostra Internazionale di Xilografia di Levanto a oggi  

“Ho potuto osservare l’opera di Giuseppe Viviani fin dall’infanzia ed ho sempre apprezzato il suo linguaggio e poetico e la sua abilità tecnica, soprattutto nel campo incisorio e grafico. Stimo il suo percorso artistico, pittorico e grafico, dai suoi inizi fino alla fase finale: le inquadrature, i tagli che dava all’immagine, i soggetti, il tono dei colori e la gamma dei chiaroscuri. La mia attenzione è stata molto attratta dal linguaggio figurativo dell’ultimo riconoscibilissimo stile, che caratterizza l’artista. Linguaggio che Giuseppe Viviani ha maturato lentamente nel corso del suo operato e che è giunto a compimento negli anni ’50-’60 del ‘900. Apprezzo la sua poetica espressiva, che ha saputo creare in molte opere, attraverso elementi del quotidiano. Nella raffigurazione di questi elementi, che siano oggetti, animali, persone o luoghi, vi si trova una capacità di sintesi, una genialità d’invenzione, che è comunicata attraverso contorni lineari morbidi e semplici. Questa linea morbida è più decisa nel segno litografico, mentre è più dolce nel sensibile tratto delle incisioni. Un altro aspetto da notare di Giuseppe Viviani è l’essere riuscito a esprimere e trasmettere, narrandolo nella sua arte, il suo sentire intimo delle cose, la bellezza e l’amore che provava nell’osservarle.”